Lo spot elabora e sviluppa i contenuti presenti nella grafica coordinata del progetto di comunicazione di UNFAIR. Tutto parte dall’idea di sintonizzarsi visivamente sull’originale opera d’arte scelta dagli organizzatori per promuovere l’evento. Nei primi secondi, dunque, si notano alcuni dettagli di essa che si ricompongono attraverso la progressiva definizione dei pixel digitali che progressivamente arrivano a focalizzare l’immagine. Suoni glitch accompagnano questo processo. Alla comparsa del claim (un)expected Art Fair, inizia una musica ingaggiante che ricorda certe atmosfere disco anni ’80 attorno alla quale si sincronizzano le animazioni grafiche sulle cromie e sul lettering. L’opera si duplica e si ribalta agendo come una pressa, dai suoi movimenti si evidenziano le informazioni relative all’evento: dove si svolge e in quale periodo. La musica si arresta sul logo Unfair con le coordinate del sito ufficiale.